Odissea San Camillo

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Il 3 luglio ho fatto un incidente con la Vespina. Mi hanno preso in pieno ad uno stop. Un signore anziano era convinto che da sinistra non potesse arrivare nessuno e anche se aveva lo stop, ha pensato bene di guardare solo a destra, tanto che io di questo signore mi ricordo solo la nuca. Cadendo mi sono tagliato non so dove la caviglia che sanguinava abbondantemente. L’adrenalina non mi ha fatto svenire (sono molto impressionabile col sangue) e due o tre moccoli all’indirizzo del guidatore li ho mandati. Per circa 3 minuti nessuno si è smosso. Alcuni passanti guardavano me in terra che bestemmiavo dentro al casco e chiedevo un’ambulanza. Poi fortunatamente è passata una volante della Polizia che l’ha chiamata. Nel frattempo la mia preoccupazione più grande era la Vespa, che in condizioni pietose sicuramente all’arrivo dei vigili sarebbe finita chissà dove. Un signore si avvicina e si identifica come “sono un medico largo largo!” mi fa una visita veloce e mi dice che avevo solo un taglio superficiale. L’ambulanza è arrivata relativamente presto visto che mi sono schiantato a 500 mt dal San Camillo. La dottoressa vede il taglio e pensa bene di farmi un bel bagno con la tintura di iodio, poi dopo aver appurato che non ho fratture, mi caricano nell’ambulanza. “Come si chiama?” “Francesco Gabbrielli, doppia B” specifico. Io penso sempre alla Vespa e cerco di prendere la chiave ma invano… Ed ecco che comincia l’odissea. Mi portano al pronto soccorso e mi catalogano con codice verde / sopportazione dolore:giallo (sì lo ammetto sono un po’ lamentoso, ma sentissi che dolore!”). Mi parcheggiano in corsia dove per il caldo sono già ricoverati sulle barelle circa 5 anziani. Uno accanto a me, dopo 5 minuti che gemevo, mi fa coraggio con le solite frasi di rito “su su che c’è di peggio”. Una vecchina invece chiede a tutti un cellulare per chiamare il figlio, peccato che non ci sia campo e che nessuno possa avvertire nessuno. 

STACCO

 

sono passate 8 (otto) ore e nessuno s’è visto. Anzi sì, sono arrivate due vigilesse che mi hanno chiesto i documenti miei, che avevo, e della Vespa, che non avevo. Dopo una battutina ironica sulla Vespa malridotta se ne sono andate. 

Ed ecco arrivare il mio turno. Mi portano nella sala visite sempre sulla barella, e mi dicono che mi devono mettere i punti. Poi mi riportano in corsia. Passa un’altra ora… Ed ecco che mi chiamano. Una chirurga (pieno di donne ‘sto ospedale!) tutta entusiasta mi dice che mi metterà un po’ di punti perchè ho un bello sbrano. L’infermiera gentilmente me lo fotografa, lo sbrano, per ricordo. E via di anestesia! Un male boia! Più della ferita! Non capisco come mai si debba soffrire per farsi fare l’anestesia… Comunque la dottoressa sutura il tutto con 5 o 6 punti (non me l’ha voluto dire) e mi rimettono in corsia. Passa un’altra ora. Viene un’infermiera e mi dice se voglio fare l’antitetanica. “E che ne so io? la devo fare?” “me lo deve dire lei” “io? ma il dottore mica sono io!” “eh ma ci sono dei rischi!” ” a farla o a non farla?” “in tutti e due i casi, se non se la fa, deve firmare che rifiuta, se se la fa deve firmare per accettare tutte le conseguenze” “e che conseguenza ci possono essere?” “se ha il tetano lo vedrà tra 20 anni” “ah ecco…” 

Ma chi ce le manda?? Ho firmato perchè dopo 10 ore di barella stavo per avere le piaghe da decubito e mi sono fatto accompagnare all’uscita.

Il giorno dopo, su consiglio dell’avvocato, torno per farmi rivisitare. Per fortuna l’ortopedia è molto più snella e in “sole” 4 ore me la cavo. Lamento un dolore alla spalla e al ginocchio. L’ortopedico mi visita il ginocchio e non riscontra nulla, la spalla invece gli da qualche sospetto. Mi fa fare le lastre e mi trova una sub-lussazione che magari mi sono fatto chissà quando. Vai, presa! 20 superbi giorni di prognosi! Torno a casa contento, anche se con le stampelle, perchè il piede ancora non l’appoggio per il dolore.

E qui sono cominciate le beghe burocratiche. Nessuno mi ha detto quando dovevo tornare, c’era solo un “3/10 giorni togliere i punti” Io per stare tranquillo arrivo dopo 15 giorni bel bello al pronto soccorso ma mi dicono che dovevo andarci dopo tre giorni e non 15 e che ora i punti me li tolgono in medicina generale, solo la mattina. Il giorno dopo vado e mi dicono che c’è da pagare il ticket, e per farlo devo andare ad un altro padiglione. Fila al padiglione, ritorno in chirurgia e fortunatamente non so come sia successo, salto la fila! C’erano almeno 30 persone ma l’infermiera (tutte donne anche oggi, poi si lamentano delle quote rosa) mi fa accomodare e con un po’ di sofferenza mi estirpa i punti. “Posso farci il bagno?” “Ma per me ci puo’ fare quello che vuole, vada vada”. “Non mi dà altri 2 o 3 giorni? Sa faccio l’attore, mi farebbero comodo…” Ci provo… “Vada vada”. Niente. 

L’avvocato vuole le lastre originali per la visita legale. Alcuni giorni dopo vado per richiederle. Ed ecco la sorpresa: le mie due cartelle cliniche sono state registrate come Gabrielli con una B di meno. Pure il codice fiscale non torna. “Vabbè che fa, sono qui adesso, ecco il documento, cambiate il nome no?” “Ehhhh non si può fare così semplicemente… lei potrebbe essere un’altra persona” “Ma se sono qui col documento” “Non adesso… potrebbe ritirare adesso le lastre di un’altra persona che esiste veramente, capisce? La privacy”. “Ma che faccio la collezione di lastre altrui io?” Insomma non c’è stato verso, hanno dovuto chiamare i grandi capi, avvertire che c’era un errore, fare la modifica e rimandarmi al giorno successivo in via del tutto eccezionale, perchè in genere ci vogliono 5 giorni lavorativi. Pensate, 5 giorni per cercare due foto, e metterle su cd. Ma inviarle via mail è troppo difficile? Prima pero’ devi pagare 10 euro… non lì ovviamente ma in un altro padiglione, nemmeno nell’ospedale, ma fuori. Corro velocissimo e pago entro le 12 sennò poi chiude. Il giorno dopo finalmente mi hanno dato le lastre su CD. Spero sia finita, anche se adesso c’è tutta la burocrazia per l’assicurazione… e saranno dolori. 

E anche oggi un po’ di cazzi miei li ho messi in rete, alla faccia della privacy. 

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