Una settimana ad Alcatraz…

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Sono tornato da un pò di tempo dalla Libera università di Alcatraz, vicino Gubbio, un posto un po’ sperduto sulle colline umbre.

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Ho fatto uno stage con Dario Fo e Franca Rame, due protagonisti del teatro mondiale, che oltre a circa 70 commedie, hanno generato un figlio, Jacopo, anch’esso scrittore e attore (ha pubblicato circa 40 libri di ogni genere) che dal 1981 gestisce insieme a tanti validi collaboratori, questa specie di albergo/scuola/rifugio/ospedale per la mente che è Alcatraz. A dispetto del nome, qui non ci sono prigioni, tutto è visitabile e tutto è colorato, anche i bagni, le rocce, gli alberi, le nuvole, basta immaginarsele.

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Appena arrivato l’accoglienza è stata subito gradevole. Il costo dello stage comprendeva anche alloggio e pensione completa dal 14 al 20 dicembre, 6 giorni tutto incluso per una cifra che per chi non se lo poteva permettere, presentando i documenti necessari, poteva avere anche uno sconto sul costo totale.

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Jacopo Fo e sua moglie Eleonora ci hanno accolto subito durante la cena, che si consuma tutti insieme, a buffet in lunghe tavolate dove si chiacchiera e ci si conosce. Durante la settimana non c’è stata volta che non mi sia riempito lo stomaco a dismisura. La cucina tutta biologica, è eccezionale. Io che sono vegetariano non mi sono mai trovato in difficoltà per la scelta culinaria. Verdure, cereali, legumi, pasticci di qualsiasi cosa erano sempre disponibili in quantità. Pane, panini e olio tutto rigorosamente di produzione propria accompagnavano il tutto. Anche Dario e Franca hanno sempre mangiato con noi, disponibilissimi a foto, autografi, piccole chiacchierate.

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Lo stage era composto da letture del nuovo testo teatrale di Dario e Franca che a turno provavamo sotto l’attenta regia di Dario. Franca invece faceva provare due suoi monologhi: “Il risveglio” e “Lo stupro”, quest’ultimo pezzo molto emozionante e triste per l’argomento trattato. Alcune colleghe si sono cimentate nel rifarlo e tanto di cappello per il coraggio.

E’ stato veramente emozionante farsi dirigere da un attore così navigato come Dario Fo. A 86 anni a volte aveva momenti di stanchezza ma bastava pochissimo per fare una battuta fulminante, una risata cristallina, un gramelot spiazzante.

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Ed era altrettanto bello sentire come ancora queste due persone lottino per degli ideali, per un futuro, per svegliarci, per continuare a fare spettacoli non solo “divertenti” ma che contengano un messaggio, delle informazioni utili per far riflettere la gente, per non tornare a casa ed aver fatto solo qualche risata, ma per discutere, rielaborare, collaborare. Ed infatti Dario ci ha chiesto proprio delle idee per dare un finale alla sua prossima commedia “Il baratro è aperto, accomodatevi” dove si parla di video poker, slot machines e gioco d’azzardo legalizzato e supportato dallo stato, che prima di ammala di ludopatia e poi ti vuole curare. Durante le lezioni abbiamo dato ampio margine (forse un po’ troppo) a discussioni politiche ma erano doverose, anche se qualcuno si sarà un po’ annoiato (specie quelli più giovani che erano moltissimi).

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Quando Dario e Franca erano stanchi Jacopo ci ha fatto provare dei testi nostri, aiutandoci a migliorarli. C’erano anche lezioni di tai chi chuan, danza del ventre, musicoterapia, cartomanzia, e la mia preferita: Wazzu, cioè rilassamento e massaggi nella piscina con acqua calda, dove due istruttori ci coccolavano e ci insegnavano ad autococcolarci sott’acqua. Dopo pranzo ero fisso li dentro a lessarmi per un oretta e mezzo.

Ecco se devo fare una critica a questo stage, è solo in questo senso, cioè che per essere ammessi veniva chiesto un CV, cioè veniva fatta una selezione, ma a questo punto non so su quali basi verteva la selezione, visto che moltissimi colleghi erano proprio alle prime armi, addirittura c’erano persone che nemmeno recitavano o facevano regia, e quindi durante le prove a tavolino, abbiamo perso molto tempo per far provare , giustamente, anche chi non aveva nessuna esperienza come attore/attrice. Ma vabbè, il materiale umano era molto vario e questo ha contribuito a mantenere il clima molto sereno e gioviale, però magari potevano specificare che il corso era aperto a tutti e non solo a chi voleva migliorarsi come professionista o semi-professionista.

Purtroppo il tempo non è stato bellissimo a parte l’ultimi due giorni che ho usato per fare una bella passeggiata nei boschi e respirare ancora di più aria buona e sana. Insomma un’esperienza davvero ricca e emozionante. Mi è dispiaciuto andarmene ma tornerò sicuramente a primavera magari, per vedere il paesaggio colorato e ancora più vivo e magari incontrare qualche animaletto del bosco, ma niente paura, anche se venissero i lupi…

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Qualcuno veglia sempre su di noi!

Un grazie a tutti i colleghi e a tutti i collaboratori di Alcatraz.
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